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L' ASSEMBLEA

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“La scuola propone situazioni e contesti in cui gli alunni riflettono per capire il mondo e se stessi, diventano consapevoli che il proprio corpo è un bene di cui prendersi cura, trovano stimoli per sviluppare il pensiero analitico e critico, imparano ad imparare, coltivano la fantasia e il pensiero originale, si confrontano per ricreare significati e condividere possibili schemi di comprensione della realtà, riflettendo sul senso e le conseguenze delle proprie scelte”.

(Dalle Indicazioni nazionali per il curricolo 2012)

Che cos'è?

 Come gli altri strumenti dialogici, anche l’ assemblea è uno strumento didattico-educativo trasversale alle diverse discipline per ascoltare, registrare, monitorare l’evoluzione del pensiero dei bambini.

Il suo orizzonte è il raggiungimento della gestione autonoma di questo momento da parte dei bambini; per questo si ritengono opportune particolari attenzioni e riflessioni da parte degli insegnanti, espresse in seguito.

Assemblea nella scuola primaria si esplica come momento privilegiato dedicato al confronto tra i bambini della classe, su tematiche proposte dagli alunni, suscitate dai docenti o suggerite da iniziative del Circolo o da altre istituzioni. Gli insegnanti del team, osservando le dinamiche relazionali, concordano strumenti e strategie per condurre il gruppo classe ad una piena autonomia gestionale. 

Perché?

  • Per educare gradualmente i bambini all’esercizio democratico del confronto e della discussione permettendo il raggiungimento delle competenze sociali.

  • Per rendere gli alunni partecipi e responsabili della vita scolastica.

  • Per offrire la possibilità a tutti i partecipanti di esprimere liberamente le proprie idee e difficoltà.

  • Per permettere agli insegnanti di ascoltare i bambini in un contesto relazionale spontaneo in cui emergono capacità e potenzialità che a volte negli ambiti più strettamente disciplinari non affiorano.

  • Per imparare a comprendere e a valorizzare il punto di vista dell’altro.

  • Per affrontare i problemi ricercando strategie risolutive.

  • Per sperimentare l’ascolto e l’essere ascoltato. 

  • Per conoscere gli interessi dei bambini.

  • Per imparare ad argomentare.

  • Per pensare insieme.

  • Promuovere e realizzare cambiamenti.

Quando?

Assemblea nella scuola primaria: una volta alla settimana, con sistematicità nella vita di classe, o ogni qualvolta emerga la necessità dalla vita di classe, per l’intero anno scolastico. Le scelte organizzative (orario e giorno) sono stabilite e attuate dagli insegnanti del team.

Come?

In specifico nell’Assemblea attuata nella scuola primaria gli argomenti da trattare possono essere proposti:

  • dagli alunni, sorretti se necessario, da strategie messe in campo dai docenti;

  • dagli insegnanti, se la situazione del gruppo lo determina;

  • da enti scolastici o non, promotori di progetti o tematiche alla quale la sezione/classe o la scuola ha aderito.

I bambini si riuniscono nell’Agorà, che può anche essere esterno all’aula (corridoio, giardino) in modo che tutti possano stare comodamente seduti in cerchio perché la disposizione in cerchio favorisce l’interazione e la comunicazione. 

Gli alunni, guidati dagli insegnanti, individuano i ruoli e le funzioni necessari per il buon andamento dell’assemblea, e di conseguenza stabiliscono le modalità organizzative; ad esempio un bambino può svolgere l’incarico di coordinatore, assegnando il turno di parola e guidando il dialogo collettivo; 

un altro alunno può assumere l’incarico di segretario, verbalizzando gli interventi…

I verbali sono conservati in aula (anche nel manuale di classe) sempre visibili e consultabili da tutti; contengono i passaggi chiave della discussione e la formalizzazione delle decisioni assunte.

Nell’ assemblea attuata scuola dell’infanzia: l’insegnante riveste il ruolo del “ regista” che secondo l’età dei bambini e le caratteristiche del gruppo, individua e attua le strategie perché l’assemblea sia un momento costruttivo e di  reale esercizio di democrazia.

L’insegnante fornisce al discorso che i bambini stanno costruendo “un’impalcatura” che va progressivamente smantellata quando essi sono in grado di padroneggiare da sé, quelle modalità di ragionamento.

 

Il ruolo che l’insegnante deve svolgere in questo tipo di discussioni/assemblee non è affatto naturale e spontaneo, ma è frutto di una competenza di tipo professionale che va acquisita.

Attenzione

Assemblea scuola primaria: i ruoli di segretario e mediatore sono svolti a turno, e durano circa due mesi, tempo ritenuto necessario per imparare ad assumere i compiti che l’incarico richiede.

I criteri di designazione possono essere definiti dal team e/o dal gruppo sezione/classe.

E’ possibile che gli argomenti scelti dai bambini risultino ripetitivi, per supplire a ciò può essere strutturata una bacheca sulla quale gli alunni, sono invitati durante la settimana, ad apporre bigliettini con proposte di tematiche da discutere.

ALTRE PRASSI DIALOGICHE

la conversazione partecipata e la discussione didattica

Che cos'è?

Le prassi dialogiche sono strumenti didattici-educativi trasversali alle diverse discipline per ascoltare, registrare, monitorare l’evoluzione del pensiero dei bambini sono quindi momenti di stimolo, di lettura, di analisi e di sintesi. 

“La caratteristica peculiare delle interazioni verbali a scuola dovrebbe essere costituita dal riferirsi a un oggetto di conoscenza e dal porsi come scopo essenziale quello di costruire modalità di discorso e di analisi sempre più adeguate alla specificità degli oggetti del conoscere. Per converso, la struttura usuale delle conversazioni in classe, con la sua tipica sequenza di- domanda dell’insegnante- risposta dell’allievo- commento dell’insegnante- risponde soprattutto allo scopo di valutare l’allievo verificando le conoscenze che egli possiede; questo tipo d’interazione verbale non è fatta per favorire la costruzione di nuove conoscenze, né tanto meno la contrapposizione dei punti di vista.” (Pontecorvo “Discutendo s’impara”).

La conversazione partecipata: avviene in tutti quei momenti di dialogo più informale e meno strutturato che avvengono durante la giornata scolastica (ad esempio durante l’accoglienza del mattino in Agorà)

La discussione didattica: “E’ una ginnastica del linguaggio e del pensiero, ossia un modo di fare e di affrontare insieme quesiti, interessi e curiosità che permette di esercitarsi, allo stesso tempo, nel dire e nel pensare su terreni vari e insoliti…di impegnarsi individualmente e in gruppo nella ricerca di connessioni argomentate tra il noto e l’ignoto”, scavando e rompendo l’ equilibrio del già noto…un modo per intercettare gli interrogativi dei bambini, per intercettare le  interazione tra il loro essere dentro e il loro essere fuori ed iniziare insieme un viaggio di scoperta…un’ ottima via per esercitarsi a conversare e a pensare in uno spazio condiviso, ragionando al tempo stesso con la propria testa e insieme agli altri.” (Luca Mori “Giochi filosofici” -Erickson).

Può essere avviata nell’Agorà, in aula o nell’attività di laboratorio; offre ai bambini la possibilità di creare, sviluppare e approfondire saperi provvisori nella condivisione del gruppo dei pari. 

Un elemento centrale della metodologia di lavoro è il saper porre domande capaci di rilanciare le piste di ricerca dei bambini originando, e progressivamente sviluppando, contesti significativi di apprendimento. 

Il “domandare ed il domandarsi” non solo per chiedere ma anche per selezionare, ricollocare e risignificare la complessità concettuale dei bambini. “ripensare il pensato”, ad esercitare il dubbio, ad ascoltare le parole dei bambini e cogliere la complessità celata in esse. (Martini, 2015)

Perché?

  • Per vivere “un momento di lavoro collettivo in cui realizzare obiettivi rilevanti per l’educazione cognitiva” (Ajello)

  • Per educare gradualmente i bambini all’esercizio democratico del confronto e della discussione permettendo il raggiungimento delle competenze sociali.

  • Per rendere gli alunni partecipi e responsabili della vita scolastica.

  • Per offrire la possibilità a tutti i partecipanti di esprimere liberamente le proprie idee e difficoltà.

  • Per permettere agli insegnanti di ascoltare i bambini in un contesto relazionale spontaneo in cui emergono capacità e potenzialità che a volte negli ambiti più strettamente disciplinari non affiorano.

  • Per imparare a comprendere e a valorizzare il punto di vista dell’altro.

  • Per affrontare i problemi ricercando strategie risolutive.

  • Per sperimentare l’ascolto e l’essere ascoltato. 

  • Per conoscere gli interessi dei bambini.

  • Per imparare ad argomentare.

  • Per pensare insieme.

  • Per promuovere e realizzare cambiamenti.

  • Per costruire insieme i saperi.

Quando?

La conversazione partecipata e la discussione didattica come l’agorà, assumono un valore quotidiano, in un tempo prestabilito ma anche in tempi determinati dalle necessità didattiche, individuali, del gruppo o di un’isola.​

Come?

Nella discussione didattica :

“…Precedenti ricerche hanno dimostrato che la “discussione” non si realizza “naturalmente “a scuola ma è il risultato di un insieme di condizioni definite a priori. Tali condizioni specifiche sono :

-un’esperienza comune, preliminare alla discussione, tale però da non comportare un’unica lettura o soluzione;

 - un discorso che rielabora l’esperienza compiuta e che si struttura come situazione di problem-solving collettivo, in cui sia possibile negoziare significati, condividere e confrontare differenti soluzioni o interpretazioni di uni stesso materiale (ad esempio un testo scritto) o di una stessa esperienza (ad esempio: un’osservazione o un esperimento scientifico);

- un cambiamento delle usuali regole di partecipazione al discorso scolastico: i turni di discorso non debbono essere controllati dall’insegnante; le usuali domande dell’insegnante sono in parte sostituite da riprese o rispecchiamenti degli interventi degli allievi, da richieste di spiegazioni e da interventi che sottolineano un’eventuale discordanza di posizioni.” (Pontecorvo “Discutendo s’impara” - ed. Carocci)

Attenzione

Assemblea scuola primaria: i ruoli di segretario e mediatore sono svolti a turno; durano tenendo conto del tempo ritenuto necessario dalle inseganti per permettere ai bambini di imparare i compiti richiesti dall’ incarico ma si può tenere conto anche delle richieste/ suggerimenti offerti dai bambini.  

I criteri di designazione possono essere definiti dal team e/o dal gruppo sezione/classe ma anche dal confronto con i bambini.

E’ possibile che gli argomenti scelti dai bambini risultino ripetitivi, per supplire a ciò può essere strutturata una bacheca sulla quale gli alunni, sono invitati durante la settimana, ad apporre bigliettini con proposte di tematiche da discutere.

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