CONTESTI, SPAZI
E MATERIALI
La letteratura pedagogica, forte dell’apporto di altre discipline, tra le quali la psicologia, l’architettura e l’antropologia presenta oggi una ricchezza di contributi relativi al ruolo, alle funzioni e alle caratteristiche degli spazi nei contesti educativi. Lo spazio educativo diventa nel luogo tangibile e, al contempo, simbolico in cui bambini e adulti trovano e costruiscono identità, relazioni, e saperi; una sorta di organo vivente che trasforma e si trasforma in relazione ai percorsi di scoperta e di ricerca dei bambini, di proposta degli adulti, agli accadimenti quotidiani pensati ed inattesi frutto dei tanti incontri tra i soggetti e gli oggetti, i pensieri e le azioni. La progettazione e ri-progettazione dei contesti sono aspetti fondamentali dell’approccio progettuale, pratiche riflessive che necessitano di confronti intersoggettivi tra il gruppo di lavoro e trovano forti sinergie con l’utilizzo degli strumenti progettuali. Uno spazio connotato, differenziato nelle sue funzioni, chiaro e leggibile che entra in dialogo con i suoi abitanti, a cui restituisce senso di appartenenza e per i quali ne sostiene l’interazione a diversi livelli; un luogo che offre pretesti , stimoli e supporti allo sviluppo delle idee e dei pensieri dei bambini ed egli adulti. Uno spazio che si modula in relazione alle differenti zone di ricerca e alle piste intraprese, che assume configurazioni inedite a seconda degli snodi del processo in corso, uno spazio che costituisce legami tra dentro e fuori, tra micro e macrosistemi. Uno spazio infine che pone in dialogo linguaggi e forme differenti attraverso cui ciascun bambino, soggetto attivo di ogni processo comunicativo e relazionale, è in grado di esprimere il proprio modo di essere, di conoscere e di apprendere.
Una funzione determinante che permette lo sviluppo di qualsiasi apprendimento è rappresentata dalla capacità che lo spazio educativo ha di offre sicurezza psicologica, accettazione di sé, fiducia nelle proprie potenzialità. In tal senso l’adulto gioca un ruolo fondamentale nell’esercitare quelle competenze comunicative tali da garantire, nella relazione con il singolo e con il gruppo, empatia, ascolto emotivo, riconoscimento e non giudizio (Rogers 1951-2000).
In particolare nella scuola dell’infanzia anche il gruppo dei pari, se adeguatamente sostenuto dagli adulti, può assumere un ruolo significativo nel sostegno emotivo del singolo e nella sua valorizzazione. La costruzione di un buon clima emotivo e relazionale è il primo e fondamentale gradino, senza il quale l’attivazione di qualsiasi percorso di ricerca risulterebbe inefficace.
L’adulto ha il compito di tutelare il diritto dei bambini all’esplorazione di spazi e materiali e alla sperimentazione diretta, pratiche che vedono nell’errore una componente del processo di apprendimento stesso e un’opportunità di sviluppo del pensiero creativo. “In ogni errore giace lla possibilità di una storia” (Rodari 1973).
Quali materiali scegliere per la costruzione dei contesti?
La scelta dei materiali da offrire ai bambini richiede un’ulteriore attenzione progettuale. Lo sviluppo e il consolidamento degli apprendimenti sono infatti resi possibile anche dalla presenza di materiali ricchi, accessibili, vari in quantità e qualità che, a nostro avviso, devono sostenere un equilibrio mutevole ma costante tra persistenza e cambiamento. Materiali, cioè, presenti in quantità sufficiente ma non caotica, che nel tempo, vengono parzialmente sostituiti da oggetti nuovi, garantendo nel contesto la presenza di alcuni elementi che offrono continuità e che restituiscono il senso del già conosciuto e del già sperimentato, offrendo anche rassicurazione emotiva.
La scelta dei materiali da introdurre non è casuale ma emerge dalle fasi d’interpretazione adulta e dal confronto intersoggettivo tra adulti e bambini ed è indirizzata a sostenere connessioni tra campi d’esperienza e aree del sapere differenti, a favorire consolidamenti esperienziali, a rilanciare, a volte disorientando, verso piste di lavoro inedite.
Tra le diverse tipologie di materiali, la forte prevalenza di materiali non strutturati, provenienti da scarti di lavorazione artigianale o industriale, oggetti nati con un’altra funzione ma che possono essere reiventati e risignificati continuamente dai bambini stessi, ci pare favorire le migliori condizioni per lo sviluppo del pensiero del bambino ed in particolare il pensiero creativo (Cardarello, Gariboldi 2012).
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Accanto a questa tipologia di materiali, trovano spazio anche i materiali naturali utili alla creazione di contaminazioni tra i diversi ambienti di vita dei servizi educativi e suggeritori, insieme ai materiali non formali, di interessanti forme di pensiero combinatorio e creativo (poincarè 1905-1997).
Fonte: AAVV “ Educare è ricerca di senso” Edizioni Junior