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I CONTESTI CONDIVISI
NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA
E NELLA PRIMARIA

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All’interno del documento “Indicazioni nazionali e Nuovi Scenari”, Miur, 2018, a proposito della competenza Imparare ad imparare, si legge: “Rientrano in questa competenza le abilità di studio e ricerca, che debbono essere insegnate fin dai primi anni di scuola in modo sistematico da tutti i docenti. Ne fanno parte l’autoregolazione, la capacità di governare i tempi del proprio lavoro, le priorità, l’organizzazione degli spazi e degli strumenti, l’autovalutazione rispetto ai propri limiti, risorse e possibilità e modalità di pensiero. Individuare e risolvere problemi, prendere decisioni, stabilire priorità, assumere iniziative, pianificare e progettare, agire in modo flessibile e creativo, fanno parte dello spirito di iniziativa e imprenditorialità. È evidente che tali competenze non possono essere sviluppate che in un contesto in cui si collabora, si ricerca, si sperimenta, si progetta e si lavora. Le competenze chiave di cui si è parlato in questo paragrafo si perseguono in ogni ambito di sapere e momento del lavoro scolastico e tutti ne sono responsabili”.

Che cosa sono?

I “contesti” sono luoghi che offrono pretesti e stimoli per sviluppare idee e progetti, spazi di ricerca, esplorazione e confronto. Sono allestiti con materiali strutturati e non-strutturati perché, soprattutto questi ultimi, permettono di essere re-inventati e ri-significati ogni volta. Devono essere spazi chiari e leggibili, con una tipologia di materiale dominante in quantità sufficiente, organizzato in modo non caotico e periodicamente sostituito o integrato con oggetti nuovi. Ogni contesto potrà essere cambiato e/o modificato in continuità con le attività di approfondimento del gruppo classe/sezione.

Perchè?

I contesti sono spazi definiti ed organizzati intenzionalmente che consentono ai bambini di attivare processi mentali e di diventare ricercatori attivi, sviluppando e potenziando il valore di ogni bambino perché permettono ad ognuno di “agire” le proprie conoscenze, abilità e competenze e di condividerle con gli altri.

Promuovono l’apprendimento attivo attraverso il fare tra pari, rendendolo significativo.

Quando?

L’insegnante deve offrire un tempo dilatato di esplorazione e sperimentazione che rispetti le diverse soggettività, con tempi flessibili che non interrompano ciò che sta accadendo nei contesti perché significativo e rilevante; è molto importante concedere il tempo necessario per dare la possibilità di percorrere tutte le alternative possibili.

Come?

Il costante “lavorìo” e “pasticciamento” dei bambini determina un’azione continua e costante di sperimentazione, di confronto e di ricollocazione di significati che permette di rielaborare ogni conoscenza. L’adulto, attraverso l’osservazione “curiosa” e “attenta”, deve valorizzare il loro agire ponendo questioni per far evolvere la loro progettualità.

Attenzioni:

L’insegnante deve muoversi nei contesti indagando con “buone domande” sull’agire dei bambini per contestualizzarlo, coglierne il senso e il significato in un continuo percorso di riflessione e rilettura. Tramite quest’attenzione e presenza, i docenti identificano uno o più punti d’interesse in base alle piste di ricerca che i bambini hanno attivato nei contesti, in uno scambio continuo tra rilancio, approfondimento individuale e costruzione condivisa delle conoscenze e dei saperi.

Suggerimenti operativi:

I contesti educativi devono essere ben definiti nello spazio con mobili e/o tappeti e/o divisori.

II materiale deve essere sempre vario, ricco e sufficiente perché i bambini possano sperimentare e progettare.

È utile avere una “riserva” di materiali strutturati e non strutturati.

È molto importante che i materiali siano tenuti in ordine sia dai bambini sia dagli insegnanti.

I contenitori dovrebbero essere trasparenti per aiutare i bambini nella scelta e nella gestione dei materiali.

Fondamentale è mettere a disposizione colle, forbici, nastro adesivo per favorire la progettazione nei contesti costruttivi.

Per la raccolta del materiale può essere importante coinvolgere le famiglie, il territorio e/o rifornirsi presso il centro di racconta “REMIDA” a Reggio Emilia (le scuole acquistano annualmente la tessera associativa indispensabile per poter accedere).

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